Recupero vetro a Sedriano, Milano - Ovest milanese

Cosa possiamo fare per voi

  • Cosa ritiriamo?
    Roveda Rottami si occupa del ritiro e del riciclo del vetro in lastra (CER 170201).

  • Hai demolito un edificio?
    Possiamo ritirare il materiale (vetro e infissi divisi) con un mezzo munito di ragno.

  • Devi fare una demolizione ma non hai ancora cominciato?
    Possiamo fornire un container dove mettere vetro e infissi.

  • Sei un serramentista o un installatore?
    Possiamo recuperare i vecchi serramenti, anche in legno, che hai sostituito.

  • Quale servizio ti offriamo?
    Ritiro e avvio al recupero del materiale. contattaci senza impegno per un preventivo.

Il recupero del vetro in Italia

Nel 2016, in Italia, sono state recuperate 1.864.000 tonnellate di vetro tramite raccolta differenziata urbana. Di queste, 1.688.000 tonnellate sono state inviate al riciclo. Purtroppo solo 10.000 tonnellate sono risultate provenienti da commercio e industria, obbligando le vetrerie ad importare materiale grezzo dall'estero.
Da anni siamo orgogliosi di fare parte di un circolo virtuoso che vuole ridare nuova vita ad un materiale come il vetro, proveniente da demolizioni, perchè il riutilizzo è la chiave per migliorare l'ambiente in cui viviamo e, di conseguenza, migliorare noi stessi.

Cos'è il vetro?

Struttura dell'ossido di silicio, componente del vetro
Struttura del vetro siliceo
Il vetro è un materiale utilizzato ovunque, dall'ambiente industriale a quello commerciale per finire con quello domestico privato. Si produce a partire da un liquido che poi si solidifica ma senza cristallizzazione. Gli atomi si dispongono in maniera disordinata e hanno quindi la possibilità di inglobare negli interstizi delle impurità metalliche che vengono usate per esaltare alcune caratteristiche.
Si tratta quindi di un materiale amorfo e i liquidi da cui più frequentemente si ottiene sono l'ossido di silicio e il diossido di germanio.

Tipi di vetro

Il vetro si produce da circa 5000 anni e in tutto questo tempo le techiche produttive si sono variegate e moltiplicate. Se agli inizi il vetro si usava per la produzione di perline o monili (dalla Mesopotamia all'Egitto dei faraoni), o per la produzione di stoviglie (in Fenicia), fu con l'epoca Romana che si cominciò ad utilizzarlo per le vetrate delle case patrizie. Da allora il vetro è stato utilizzato in maniera sempre più massiccia per la produzione di bottiglie, bicchieri, vasi, lastre per finestre e vetrate, contenitori per la vendita di cibi e bevande (per esempio il latte o l'acqua) e solo in tempi relativamente recenti ha cominciato ad essere soppiantato dalla plastica in alcuni di questi ambiti (specialmente per contenitori, sia alimentari sia non commestibili).

Lastre di vetro float
Lastre di vetro float
Oggi se ne producono infinite varietà per gli usi più disparati, ma quelli che vanno per la maggiore sono:

  • vetro cavo (bicchieri, vasi, bottiglie, flaconi)
  • vetro float (finestre e specchi)
  • vetro pyrex (pirofile, vetri da laboratorio)

C'è poi il vetro temprato, cioè vetro che ha subito un trattamento particolare atto ad aumentarne la resistenza. Può essere colorato, molato, sabbiato, acidato, zigrinato e quindi utilizzato nell'industria come nell'arte, nell'edilizia come nel costume.
Un prodotto versatile, di origini antiche ma moderno.
Un materiale che, oggi, si può anche riciclare.

Come e perchè riciclare il vetro

Se qualcuno volesse fare una ricerca per sapere in quanto tempo il vetro si degrada o dissolve, si troverebbe a leggere una quantità impressionante di notizie, tutte più o meno scopiazzate qua e là e molte delle quali senza fonte attendibile. Chi dice più di 1000 anni, chi dice circa 4000, chi asserisce che non si decompone mai e chi afferma che potrebbe anche 'vivere' per un milione di anni.
Se è vero che il vetro si produceva in Mesopotamia già 5000 anni fa e che tali manufatti sono ancora visibili al giorno d'oggi, ci pare lecito pensare che cinque millenni non siano sufficienti a decomporre il vetro. È altrettanto logico affermare, però, che molto dipende dalle condizioni al contorno, specialmente se si parla di vetro abbandonato in natura e non conservato nella teca di un museo. Un ambiente come un prato o un bosco italiano è sicuramente meno estremo di un deserto dove vento e polvere sono in grado di sgretolare rocce e montagne, o della riva del mare dove l'azione incessante delle onde leviga e, di fatto, polverizza, qualsiasi cosa riducendola a sabbia.
Fra le tante pseudo-informazioni che si trovano in rete, si legge anche che non bisognerebbe preoccuparsi del vetro abbandonato nell'ambiente in quanto, essendo composto da materie naturali (sabbia, calce, soda) esso si sgretolerebbe rilasciando i componenti originari. Purtroppo però il vetro vecchio, abbandonato o semplicemente accumulato, inquina perchè i composti chimici di cui è fatto, anche se si decomponesse in fretta, sarebbero tutti concentrati nello stesso posto.

Per contro, produrre del vetro nuovo impoverisce l'ambiente (estrazione di materiali silicei), costa molto (trasporto, lavorazione, maggior impiego di acqua ed energia elettrica) e inquina di più. Ne consegue che la soluzione più vantaggiosa in termini ambientali ed economici sia sicuramente il riciclo.
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